Le nuove tecnologie come ChatGpt ed il Metaverso stanno spaventando le persone più scettiche, ma non dobbiamo correre il rischio di vederle come un cambiamento negativo
Fino a poco tempo fa eravamo tutti impegnati a chiacchierare sul Metaverso. Sembra ieri che Zuckerberg annunciava l’arrivo di Meta e di essere “il primo” ad avere questa “cosa figa”. Come al solito in Italia ci siamo divisi in pro e contro. In pochi hanno riflettuto seriamente sull’argomento.
Oggi siamo tutti impegnati con la nuova “cosa figa”: l’intelligenza artificiale. Ed anche qui sono nate le fazioni “serve” o “non serve”, “like” o “dislike” è così via.
Addirittura adesso c’è chi sta facendo una battaglia per “scovare” chi scrive tramite chat GPT e simili, e non ho ancora capito per quale arcano motivo.
Le testate giornalistiche utilizzano l’AI da un decennio per aumentare il numero di articoli giornalieri pubblicati.
Dover per forza scovare l’AI perché toglie il lavoro ai copywriter, agli sviluppatori, ma nessuno si sofferma sul fatto che il progresso abbia sempre sostituito il precedente e chi è stato capace di ambientarsi ne ha beneficiato.
Lo ricordate l’esempio delle botteghe che sono state sostituite dai mini-market che sono stati sostituiti dai supermercati che sono stati sostituiti dai centri commerciali che al mercato mio padre comprò?
Come tutte le cose nuove siamo scettici ed abbiamo “paura”. Va bene essere cauti, ma cerchiamo di non ostacolare il progresso tecnologico. Piuttosto sforziamoci a capirlo e impegniamoci a migliorarlo